scispace - formally typeset
Search or ask a question

Showing papers in "L'italia Forestale E Montana in 2007"


Journal ArticleDOI
TL;DR: The presente contributo illustra una sperimentazione condotta con l’intento di produrre una prima visione d’insieme, geograficamente dettagliata, della produttivita sostenibile di combustibili legnosi in Italia al fine of favorire una valutazione piu coerente delle potenziali risorse nazionali
Abstract: Il ruolo attuale dell’energia derivante da biomasse e in particolare da quelle legnose (dendroenergia) nel soddisfacimento della domanda complessiva di energia e un tema entrato nel dibattito politico ed economico internazionale. Il presente contributo illustra una sperimentazione condotta con l’intento di produrre una prima visione d’insieme, geograficamente dettagliata, del consumo e della produttivita sostenibile di combustibili legnosi in Italia al fine di favorire una valutazione piu coerente delle potenziali risorse nazionali e di definire quindi aree e priorita d’intervento. Lo studio si basa sulla metodologia Woodfuel Integrated Supply/Demand Overview Mapping (WISDOM) che ha lo scopo di analizzare un determinato territorio geografico quantificandone (i) il consumo e (ii) la produzione di combustibili legnosi. L’analisi e basata sulle informazioni attualmente disponibili in modo omogeneo sul territorio nazionale: le statistiche dell’ENEA per i consumi domestici nazionali di combustibili legnosi, le statistiche dell’ISTAT per il grado di urbanizzazione e l’altimetria, la cartografia Corine Land Cover di IV Livello rilevata al 2000 per l’uso del suolo, l’Inventario Forestale Nazionale Italiano del 1985 per la stima della produttivita forestale e diverse mappe (rete stradale, centri urbani, modello digitale del terreno) per le limitazioni di accessibilita. La mappatura sperimentale del bilancio annuo tra la produttivita potenziale e il consumo domestico di legna a fini energetici e stata realizzata per tre diversi scenari. Il contributo illustra la metodologia adottata e analizza i risultati ottenuti.

8 citations


Journal ArticleDOI
TL;DR: I risultati di uno studio multidisciplinare finalizzato alla comprensione dei rapporti struttura-processo tra aree verdi periurbane e specie dell’entomofauna (coleotteri terricoli) riportano una vasta superficie verde posta ai margini oferta dell'agglomerato urbano di Bari.
Abstract: Si riportano i risultati di uno studio multidisciplinare finalizzato alla comprensione dei rapporti struttura-processo tra aree verdi periurbane e specie dell’entomofauna (coleotteri terricoli). Lo studio ha interessato una vasta superficie verde posta ai margini dell’agglomerato urbano di Bari denominata «Lama Balice» (Parco Naturale Regionale). Per tale area sono stati effettuati rilievi in campo al fine di determinare gli habitat vegetazionali prevalenti e le principali specie di coleotteri terricoli presenti in ciascun habitat. Complessivamente sono stati identificati 1779 coleotteri, di cui 1209 carabidi, 99 silfidi, 240 stafilinidi, 231 tenebrionidi. L’analisi statistica dei dati raccolti ha evidenziato una relazione significativa tra habitat e coleotteri carabidi e silfidi, con prevalenza dei coleotteri nell’habitat macchia-gariga. Di contro, nell’analisi non sono state riscontrate relazioni significative tra stafilinidi e tenebrionidi e i diversi habitat vegetazionali. Lo studio si conclude con alcune considerazioni circa il ruolo delle aree verdi in ambito urbano e periurbano in ragione della specifica tipologia (componente strutturale) e della presenza di specie vegetali ed animali (componente funzionale).

7 citations


Journal ArticleDOI
TL;DR: In Italia, a regime of 5,1 milioni di metri cubi di legna per combustibile (legna da ardere, fasciname, and legna che verra sottoposta a carbonizzazione) ben il 78% proviene dai cedui as mentioned in this paper.
Abstract: La produzione di biomassa per fini energetici e tradizionalmente rappresentata dalla legna da ardere, ottenuta prevalentemente dall’utilizzazione dei cedui. In Italia dei 5,1 milioni di metri cubi di legna per combustibile (legna da ardere, fasciname e legna che verra sottoposta a carbonizzazione) ben il 78% proviene dai cedui. Oltre i cedui «a regime», ai fini della produzione di biomasse, assumono particolare importanza quelli da tempo non piu utilizzati e che hanno superato largamente il turno consuetudinario. In questi popolamenti la biomassa e aumentata in modo significativo e le caratteristiche dei suoli sono migliorate. Per questi boschi, per lo piu di proprieta pubblica ma anche di privati che per cause diverse hanno abbandonato la coltivazione, la scelta di avviare la conversione del ceduo in fustaia e obbligata e diviene una ipotesi di lavoro da attuare nella consapevolezza che tale pratica colturale corrisponde a interessi collettivi, oltre che individuali. Nel presente lavoro viene valutata l’entita della biomassa legnosa utilizzabile con interventi di diradamento in cedui di faggio, che hanno superato il turno consuetudinario, applicando il metodo del rilascio intensivo di allievi, che prevede un algoritmo colturale basato su interventi di debole intensita, ripetuti a brevi intervalli di tempo. Applicando tale metodo e stato verificato come prelevando dal 13 al 33% di massa con, rispettivamente il 29 e 43% di polloni, non si alterano le condizioni strutturali del soprassuolo, non si modifica l’efficacia della copertura sulla conservazione del suolo, non si provoca un impatto negativo dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Inoltre, si utilizzano mediamente da 50 a 100 m 3 ha -1 di massa legnosa che possono contribuire significativamente ad alimentare la filiera del legno per usi energetici.

6 citations


Journal ArticleDOI
TL;DR: In un terreno della pianura padana in comune di Argenta, rilievi attuati al primo e secondo anno dalla messa a dimora hanno riguardato la sopravvivenza e gli altri parametri necessari per il calcolo della produttivita degli impianti.
Abstract: In un terreno della pianura padana in comune di Argenta (FE) moderatamente alcalino ed a tessitura tendenzialmente argilloso limosa sono posti a confronto otto cloni di pioppo (83.148.041; 85.036; 85.037; 84.078; I 214; AF2; AF6 e Pegaso) in parcelle di ceduo a corta rotazione realizzate nella primavera 2004. I cloni 83.148.041; 85.036; 85.037 e 84.078 sono stati collocati a dimora alla densita di 8900 piante ha-1 con uno schema a file singole, mentre i cloni AF6 e Pegaso sono stati posti a dimora ad una densita di 11300 piante ha-1 con uno schema a file binate. I cloni I 214 ed AF2 sono stati utilizzati con entrambe le densita e gli schemi di impianto sopra indicati. Il disegno sperimentale e a blocchi randomizzati con tre ripetizioni per tesi (clone). Al termine della prima stagione vegetativa e stata eseguita la ceduazione totale delle parcelle (back cutting). I rilievi attuati al primo e secondo anno dalla messa a dimora hanno riguardato la sopravvivenza e gli altri parametri necessari per il calcolo della produttivita degli impianti. Al termine del secondo anno delle prove (il primo anno dopo il back cutting) i cloni non hanno manifestato differenze significative in termini statistici per quanto riguarda la produttivita. Le produzioni annue piu elevate sono state comunque osservate con il clone 83.148.041 (8,89 t s.s. ha-1) per gli impianti a file singole e con l’I 214 (5,40 t s.s. ha-1) per gli impianti a file binate. I risultati inferiori sono stati invece osservati con i cloni Pegaso e 84.078 per quanto riguarda sia la sopravvivenza che la produttivita. In linea generale, gli impianti a file singole hanno fornito risultati migliori rispetto a quelli a file binate. Questi primi risultati sono comparati a quelli ottenuti in altre parcelle sperimentali della pianura padana.

6 citations


Journal ArticleDOI
TL;DR: In this article, a metodologia sperimentale per definire il carico di combustibile compatibile with l’attacco diretto nel VTF, attraverso la realizzazione and la descrizione quantitativa di fronti di fiamma sperimentali realizzati all-interno della Riserva Naturale Orientata della Vauda, Piemonte, in specifiche condizioni vegetazionali, orografiche e meteorologiche.
Abstract: Per mantenere nel tempo l’efficacia di un viale taglia fuoco (VTF) e necessario realizzare una periodica manutenzione attraverso il contenimento della biomassa. Il materiale di risulta della gestione del VTF, generalmente concentrato in bosco, puo essere destinato a finalita energetiche. La stima della biomassa ottenibile prevede inizialmente di definire la quantita di combustibile compatibile con le funzioni del VTF. Nel presente lavoro viene descritta una metodologia sperimentale per definire il carico di combustibile compatibile con l’attacco diretto nel VTF, attraverso la realizzazione e la descrizione quantitativa di fronti di fiamma sperimentali realizzati all’interno della Riserva Naturale Orientata della Vauda, Piemonte, in specifiche condizioni vegetazionali, orografiche e meteorologiche. Si e individuato su base bibliografica il valore limite di intensita lineare del fronte di fiamma (I) di 500 kW/m oltre il quale non e possibile operare l’attacco diretto. Attraverso la realizzazione di fronti di fiamma sperimentali su superfici variabili (625 - 4000 m 2 ) e stato studiato un modello che mostra come la velocita di avanzamento del fuoco (ROS) aumenti in modo esponenziale al crescere del carico di combustibile fine. Sono stati individuati valori limite di ROS e carico di combustibile, con umidita percentuale compresa fra 30% e 40%, rispettivamente pari a 0,08 m/s (5 m/min) e 4 t/ha, oltre ai quali non e possibile intervenire con l’attacco diretto. Dalla differenza fra la biomassa presente su un VTF in fase di realizzazione o manutenzione ed il carico di combustibile massimo compatibile con le attivita antincendio (4 t/ha con 30%

5 citations


Journal ArticleDOI
TL;DR: In questa prospettiva il presente contributo, dopo aver descritto l’attuale scenario produttivo delle colture SRF a scala nazionale, illustra lo sviluppo di un modello di classificazione del territorio volto a delineare, da un punto di vista dei requisiti ambientali, le unita territoriali maggiormente vocate.
Abstract: Le piantagioni governate a ceduo a turno breve (short rotation forestry – SRF) rappresentano il modello di arboricoltura da legno maggiormente idoneo alla produzione di biomassa lignocellulosica da destinare a usi energetici. La limitata disponibilita di risorse e la rete sempre piu complessa di relazioni che coinvolgono l’uso del territorio pongono l’esigenza di una attenta programmazione territoriale di questo tipo di interventi. In questa prospettiva il presente contributo, dopo aver descritto l’attuale scenario produttivo delle colture SRF a scala nazionale, illustra lo sviluppo di un modello di classificazione del territorio volto a delineare, da un punto di vista dei requisiti ambientali, le unita territoriali maggiormente vocate. Il modello elaborato si riferisce alla metodologia generale della land suitability/land capability, implementato tramite analisi multicriteriale con logica sfocata in ambiente GIS. Nel complesso, gli ambiti territoriali idonei e marginalmente idonei per colture SRF in Italia risultano, rispettivamente, pari a circa 1301051 ha e 5380431 ha. II modello di valutazione elaborato costituisce un utile strumento informativo a disposizione e supporto dei soggetti responsabili della programmazione agricoloforestale e della pianificazione del territorio rurale.

5 citations


Journal ArticleDOI
TL;DR: I marcatori RAPD, eseguiti solo sugli individui prelevati nelle localita toscane, hanno fornito risultati che confermano le ipotesi che il volo migratorio delle beccacce venga realizzato da popolazioni geneticamente molto simili.
Abstract: L’uso di marcatori molecolari su individui di Beccaccia offre la possibilita di evidenziare eventuali gradi di parentela e, quindi, di avviare nuove pratiche di gestione. Mediante i marcatori RAPD e l’analisi di sequenze di zone non codificanti mitocondriali (mtDNA) su campioni prelevati in varie localita italiane, gli autori hanno definito un quadro attendibile della variabilita genetica della specie, sia a livello di popolazione, sia di individui. Le sequenze di mtDNA hanno mostrato, tra l’altro, la diversa distribuzione degli aplotipi nelle localita esaminate. Palazzuolo sul Senio (FI) e risultata quella con la minore presenza di aplotipi, a conferma di come le modifiche ambientali abbiano reso quest’area poco adatta alla sosta dello scolopacide. I marcatori RAPD, eseguiti solo sugli individui prelevati nelle localita toscane, hanno fornito risultati che confermano le ipotesi che il volo migratorio delle beccacce venga realizzato da popolazioni geneticamente molto simili.

4 citations





Journal ArticleDOI
TL;DR: In this paper, the legge quadro sugli incendi boschivi L. 353/2000 and in particolare the problematica della pianificazione AIB nelle aree protette statali, si individua il ruolo e vengono sintetizzate le azioni del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare -Divisione X della Direzione Protezione Natura volte a favorire detta pianific
Abstract: Nel richiamare la legge quadro sugli incendi boschivi L. 353/2000 ed in particolare la problematica della pianificazione AIB nelle aree protette statali, si individua il ruolo e vengono sintetizzate le azioni del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Divisione X della Direzione Protezione Natura volte a favorire detta pianificazione. Nel contempo, la raccolta ormai quasi decennale dei dati sugli incendi boschivi nei Parchi nazionali, attraverso il commento ad alcune tabelle riassuntive, permette di avere un piccolo quadro storico dell’andamento complessivo a livello nazionale che risulta tendenzialmente positivo

Journal ArticleDOI
TL;DR: In this paper, the authors present a laboro presentato analizza le principali fonti di biomasse presenti sull’isola, the loro dispersione e entita di prelievo sostenibile, ipotizza la possibilita di recupero a fini energetici del materiale di scarsa qualita prodotto in impianti di arboricoltura da legno, anche nell'ambito delle produzioni a ciclo breve.
Abstract: Per recepire l’orientamento di fondo dei principi di Kyoto e le seguenti azioni, e necessario verificare le fonti energetiche alternative, e tra queste ha rilevanza la biomassa forestale. L’utilizzo di questa e legato tuttavia alla disponibilita sul territorio e alla sua dispersione. Il lavoro presentato analizza le principali fonti di biomasse presenti sull’isola, la loro dispersione e entita di prelievo sostenibile, ipotizza la possibilita di recupero a fini energetici del materiale di scarsa qualita prodotto in impianti di arboricoltura da legno. Infine viene analizzato il contributo possibile degli impianti di eucalitto diffusamente presenti su parte del territorio siciliano, anche nell’ambito delle produzioni a ciclo breve.

Journal ArticleDOI
TL;DR: Vengono esaminate le loro caratteristiche di potenzialita invasiva, viene descritto lo stato delle conoscenze in quanto a metodologie di lotta, ed illustrata l’esperienza di un’area protetta toscana.
Abstract: Le invasioni biologiche sono considerate una delle principali cause di perdita di biodiversita a livello mondiale, e la materia assume oggi grande rilevanza. Anche in ambito forestale si pone come problema gestionale di primo piano il caso di piante esotiche introdotte in passato che si sono rivelate a comportamento invasivo, con minaccia per quelle foreste la cui identita e un obiettivo di conservazione. Una problematica, questa, ancora molto poco affrontata in Italia. Il presente lavoro focalizza l’attenzione su due neofite arboree particolarmente diffuse nel nostro paese: l’ailanto (Ailanthus altissima (Mill.) Swingle) e la robinia (Robinia pseudoacacia L.). Vengono esaminate le loro caratteristiche di potenzialita invasiva, viene descritto lo stato delle conoscenze in quanto a metodologie di lotta, ed illustrata l’esperienza di un’area protetta toscana, dove e stata cartografata e studiata la distribuzione delle due specie al fine di individuare delle possibili misure di controllo a loro carico.

Journal ArticleDOI
TL;DR: Le briglie aperte operano un arresto discriminato del materiale solido trasportato dalla corrente fluviale contribuendo al mantenimento dell’equilibrio dei tratti a valle della sistemazione ed alla alimentazione solida del litorale interessato dala presenza della foce del corso d’acqua.
Abstract: Le briglie aperte, a differenza delle opere di tipo tradizionale, operano un arresto discriminato del materiale solido trasportato dalla corrente fluviale contribuendo al mantenimento dell’equilibrio dei tratti a valle della sistemazione ed alla alimentazione solida del litorale interessato dalla presenza della foce del corso d’acqua. Nella nota per il caso della briglia a fessura viene, inizialmente, descritto il funzionamento idraulico del manufatto. Per il caso di fessura trapezia rovescia vengono poi presentate le equazioni disponibili per la soluzione dei classici problemi della tecnica. Vengono fornite, infine, sia per il caso del problema di verifica che per quello di progetto delle soluzioni analitiche in forma chiusa.

Journal ArticleDOI
TL;DR: In this paper, an interazioni tra il soprassuolo e i deflussi idrici, proponendo interventi in accordo coi parametri morfologici, idraulici, and vegetazionali, have been evaluated in terms of quantita e caratteristiche del materiale legnoso utilizzabile.
Abstract: L’obiettivo del lavoro e la valutazione delle potenzialita produttive, in termini di biomassa legnosa, della gestione di vegetazione ripariale attraverso un approccio essenzialmente colturale. Il caso di studio e stato individuato nel bacino del Torrente Ripopolo, nel comune di Suvereto (LI), all’interno del Parco Interprovinciale di Montioni. Sono state valutate le interazioni tra il soprassuolo e i deflussi idrici, proponendo interventi in accordo coi parametri morfologici, idraulici e vegetazionali. I risultati hanno consentito di valutare quantita e caratteristiche del materiale legnoso utilizzabile, nonche la periodicita degli interventi. Lo studio riflette le nuove concezioni in materia di difesa del territorio e gestione sostenibile delle risorse forestali attraverso una revisione critica delle metodologie tradizionali e giunge ad una visione multi-obbiettivo che, per sua definizione, non puo prescindere dalla componente idraulica.

Journal ArticleDOI
TL;DR: Questi studi rappresentano il primo tentativo di associare l’accrescimento con i fattori ambientali in zone di limite superiore del bosco sia a livello annuale sia intra-annuale per avere una comprensione globale del fenomeno della crescita radiale delle piante.
Abstract: Tempi e dinamiche della xilogenesi in ecosistemi forestali di ambienti freddi sono aspetti fondamentali per la comprensione dei cambiamenti climatici perche rappresentano la finestra temporale nella quale i fattori ambientali influenzano direttamente l’accrescimento. La fenologia cambiale e la differenziazione cellulare dello xilema sono state monitorate fra il 1996 ed il 2004 in larice, cembro e abete rosso al limite superiore del bosco nelle Alpi orientali mediante l’uso di dendrometri automatici ed analisi cellulari. La divisione cellulare nel cambio inizia a maggio e si protrae fino ad agosto mentre la differenziazione delle tracheidi si conclude ad ottobre. Fra le specie, sono state osservate simili dinamiche di formazione del legno ed una concentrazione della produzione cellulare nella prima parte della stagione vegetativa con una sincronizzazione dell’attivita cambiale con il fotoperiodo ed una culminazione della produzione legnosa al solstizio d’estate. Le soglie di temperatura necessarie per il mantenimento della xilogenesi variano fra 5.6 e 8.5°C dimostrando cosi l’esistenza di specifici limiti termici nella produzione cellulare in ambienti freddi. Questi studi rappresentano il primo tentativo di associare l’accrescimento con i fattori ambientali in zone di limite superiore del bosco sia a livello annuale sia intra-annuale per avere una comprensione globale del fenomeno della crescita radiale delle piante.

Journal ArticleDOI
TL;DR: La scelta delle aree da recuperare per tale attivita, in accordo con quanto previsto dalle normative Regionali, non puo prescindere da una pianificazione che si avvalga di strumenti conoscitivi che quantifichino e analizzino i cambiamenti nell’uso del suolo avvenuti nel tempo.
Abstract: Alla accresciuta domanda di prodotti zootecnici di qualita verificatasi in molte zone montane, si e accompagnata la richiesta di nuove superfici da adibire al pascolo. La scelta delle aree da recuperare per tale attivita, in accordo con quanto previsto dalle normative Regionali, non puo prescindere da una pianificazione che si avvalga di strumenti conoscitivi che quantifichino e analizzino i cambiamenti nell’uso del suolo avvenuti nel tempo. Gli Autori affrontano questi temi prendendo come caso di studio quello del territorio di due Comuni nell’Appennino pistoiese. I risultati dell’analisi mettono in evidenza come negli ultimi decenni la superficie delle aree aperte sia notevolmente ridotta, e quella delle aree agricole quasi del tutto scomparsa, a vantaggio di arbusteti e boschi di neoformazione. Notevole inoltre la diminuzione di quelle superfici forestali, come ad esempio i castagneti da frutto, storicamente utilizzati anche per attivita di pascolo.

Journal ArticleDOI
TL;DR: In questa ottica, the presente lavoro utilizza the segmentazione di un’immagine multispettrale ad alta risoluzione QuickBird come base per quantificare alcuni aspetti della diversita strutturale di una faggeta dell’alto Lazio with caratteri di vetusta.
Abstract: L’analisi della diversita strutturale dei soprassuoli forestali e utilizzata come base conoscitiva per la gestione degli ecosistemi forestali. Le caratteristiche strutturali sono generalmente indagate tramite l’acquisizione di dati osservati in campo. D’altro canto, il telerilevamento ad alta risoluzione (VHR) consente oggi di acquisire immagini multispettrali caratterizzate da un elevato contenuto geometrico e le tecniche di segmentazione object oriented recentemente sviluppate sono particolarmente efficienti nel valorizzarlo. In questa ottica, il presente lavoro utilizza la segmentazione di un’immagine multispettrale ad alta risoluzione QuickBird come base per quantificare alcuni aspetti della diversita strutturale di una faggeta dell’alto Lazio con caratteri di vetusta. Lavorando su tre differenti scale vengono analizzati i rapporti spaziali, di mescolanza e di dominanza dimensionale tra singoli alberi, applicando un sistema di indici basato sulle relazioni tra soggetti vicini. L’algoritmo della differenza assoluta e il test di Kolmogorov-Smirnov sono utilizzati per evidenziare le differenze tra le distribuzioni diametriche ai tre livelli di scala. Nelle condizioni esaminate l’eterogeneita spettrale e geometrica quantificata su immagini multispettrali VHR e risultata di efficace supporto per la caratterizzazione della diversita strutturale orizzontale del soprassuolo arboreo.


Journal ArticleDOI
TL;DR: Il presente studio analizza un intervento di arboricoltura da legno a scala aziendale in ambiente mediterraneo, realizzato negli anni ottanta nell’Azienda Mazzone neLL’alto Ionio Cosentino (Calabria).
Abstract: La realizzazione di impianti con specie forestali rappresenta un significativo momento di recupero di terreni agricoli marginali e consente di produrre biomassa e, al contempo, di migliorare i suoli e creare soluzioni di continuita nel paesaggio agrario. La coltivazione di specie forestali per la produzione di legno configura un sistema bio-ecologico di tipo agronomico, caratterizzato da algoritmi colturali intensivi e dalla reversibilita della coltura. Il presente studio analizza un intervento di arboricoltura da legno a scala aziendale in ambiente mediterraneo, realizzato negli anni ottanta nell’Azienda Mazzone nell’alto Ionio Cosentino (Calabria). Vengono analizzati i risultati ottenuti alla fine del turno previsto dal piano di gestione.

Journal ArticleDOI
TL;DR: Il presente lavoro illustra le caratteristiche selvicolturali e dendro-auxometriche di un ceduo di Eucalyptus occidentalis, alla fine del primo ciclo agamico, che si trova nel comune di Crotone sulla costa ionica della Calabria.
Abstract: Il presente lavoro illustra le caratteristiche selvicolturali e dendro-auxometriche di un ceduo di Eucalyptus occidentalis (Endl.), alla fine del primo ciclo agamico, che si trova nel comune di Crotone sulla costa ionica della Calabria. Sulla base di un campione di alberi raccolto al momento della ceduazione, e stata elaborata una tavola della biomassa arborea epigea distinta nelle componenti: fusto e rami grossi con diametro fino a 3 cm, ramaglia minuta (cimale e rami con diametro inferiore a 3 cm) e foglie. Inoltre, un sottocampione di alberi modello e stato utilizzato per la misura del contenuto di macroelementi (azoto, fosforo e potassio) e microelementi (calcio, ferro, zinco, manganese, boro e magnesio) nelle varie componenti della fitomassa epigea. I dati cosi ottenuti hanno consentito di valutare il contenuto medio di macro e microelementi nei polloni e l’entita della loro asportazione come conseguenza della ceduazione.

Journal ArticleDOI
TL;DR: In this paper, a metodologia sperimentata mira alla valorizzazione de la produzione, in quanto permette di individuare una percentuale di prodotti di migliore qualita rispetto ai tradizionali assortimenti ritraibili.
Abstract: Attualmente i boschi cedui di faggio (Fagus sylvatica L.) nella Regione Piemonte coprono circa 100.000 ettari (90% delle formazioni di faggio). Questi popolamenti spesso risultano aver oltrepassato i turni consuetudinari con la conseguenza che anche gli assortimenti legnosi ottenibili non siano piu quelli prodotti in passato. Il presente lavoro ha avuto come obiettivo quello di mettere a punto una metodologia per determinarne la produzione ritraibile in termini di legname da opera. Si sono individuate 20 zone distribuite sul territorio piemontese nelle quali si e proceduto ai rilievi dendrometrici ordinari. In due popolamenti si e eseguita un’analisi di dettaglio della qualita dei fusti. Dopo una prima valutazione, durante la quale sono state individuate le piante con difetti tali da non poterne consentire la lavorabilita, si e proceduto alla misurazione di quelle ritenute di «qualita». Dall’elaborazione dei dati e sulla base della classificazione commerciale degli assortimenti si e pervenuti alla definizione della produzione in assortimenti. La metodologia sperimentata mira alla valorizzazione della produzione, in quanto permette di individuare una percentuale di prodotti di migliore qualita rispetto ai tradizionali assortimenti ritraibili. E stato possibile infatti individuare sino al 20% di assortimenti di maggior pregio. Inoltre e da rimarcare che i dati raccolti si riferiscono allo stato attuale derivante dalla mancanza di cure colturali e di indirizzi selvicolturali. La definizione delle caratteristiche qualitative degli assortimenti risulta utile a fornire indicazioni circa gli obbiettivi da conseguire con la gestione selvicolturale dei popolamenti.